Come evitare la trappola della pubblicità ingannevole
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La piaga della pubblicità ingannevole è, purtroppo, un qualcosa che ci portiamo avanti da tantissimi anni e che sembra davvero impossibile da debellare.
Lo scopo del marketing è quello di vendere i propri prodotti e, qualche volta, alcune persone senza scrupoli fanno in modo di ottenere questo risultato nascondendo o ingannando gli acquirenti. Oltre a trattarsi di una pratica pericolosa per l’utente finale, risulta essere estremamente pericolosa e dannosa anche per le aziende che, appositamente o meno, portano avanti questa tipologia di pubblicità.
Con l’articolo di oggi andiamo a mettere il focus proprio su come evitare di ricadere in questa pratica e, all’occorrenza, come riconoscerla mentre effettuiamo le nostre ricerche giornaliere di prodotti o servizi di cui necessitiamo, siano questi sul web o sui media tradizionali (come giornali, televisione, radio, cartellonistica, volantini, etc…)
Evita la pubblicità ingannevole: sii chiaro nella tua comunicazione!
Il più classico degli esempio di pubblicità ingannevole è, sicuramente, omettere informazioni importanti sul proprio prodotto o servizio al fine di aumentarne le vendite.
Nascondere informazioni, come ad esempio delle controindicazioni oppure delle categorie che non possono utilizzare quello che stiamo promuovendo, è altamente rischioso. Questo comportamento scorretto potrebbe mettere in pericolo alcune categorie di persone che, ingannate da quanto detto, acquistano e provano il prodotto o servizio. Questi potenziali danni potrebbero dar luogo a delle denunce che, aggravate dall’inganno, possono mettere in serio pericolo un’azienda!
Un altro classico esempio è quello di mettere tutte le informazioni per iscritto (o comunque in chiaro), ma nascondere volutamente alcune caratteristiche scrivendole con un carattere molto piccolo oppure con colori difficilmente distinguibili dallo sfondo. In questo caso, sussiste comunque la pubblicità ingannevole perché si va a nascondere volontariamente qualche informazione o caratteristica che potrebbe fare la differenza in fase di vendita.
In entrambi questi casi, condurre questa tipologia di promozione può comportare dei rischi molto importanti anche nel caso in cui non ci fossero danni o disagi da parte del pubblico. Infatti, la sanzione amministrativa per queste tipologie di campagne oscilla tra i 2.000€ ed i 500.000€.
Un altro classico esempio di pubblicità ingannevole, e forse quella a cui siamo un po’ più abituati, è sicuramente quella che promette enormi risultati, mentendo al pubblico e condizionando la sua libera scelta.
Non promettere miracoli!
Quante volte abbiamo visto pubblicità di attrezzi fitness o creme miracolose, capaci di rimetterti in forma senza sforzo nel giro di qualche mese, o addirittura settimana? Immagino troppe anche solo per poterle contare.
Questa tipologia di pubblicità ingannevole è, per fortuna, in declino in quanto è altamente conosciuta dal grande pubblico, che ha imparato a riconoscerla e a screditarla, tranne per una grande categoria che, purtroppo, ancora truffa moltissime persone ogni anno. Ci riferiamo a cartomanti, maghi o veggenti, che promettono risultati in ambito di sentimenti ed amore.
Promettere grandissimi risultati ai propri clienti, che poi però non si materializzano, è un doppio danno. In primo luogo perché siamo perseguibili penalmente, in quanto abbiamo truffato un terzo. Secondariamente, anche se non otteniamo denunce o simili, andiamo a creare un grandissimo danno di immagine alla nostra azienda, screditandola e pregiudicando l’ingresso di nuovi clienti!
Facciamo un esempio pratico, per inquadrare meglio la questione: un’azienda X ti promette di portarti 5 clienti al mese al costo di 199€ al mese.
Sono stati così bravi nel convincerti che, alla fine, decidi di provarci: lavori con loro per 6 mesi e, dei 30 clienti promessi, te ne portano solo 10.
Quanto è probabile che tu consigli questa azienda ad un tuo amico imprenditore? Praticamente 0!
Proprio per questo motivo, nella tua pubblicità, ricorda di promettere solo benefici che i prodotti o servizi della tua azienda, siano in grado di portare veramente. In questo modo potrai evitare spiacevoli ripercussioni e, soprattutto, non andrai a “bruciarti” la possibilità di ottenere nuovi clienti.
La guerra dei prezzi può facilmente diventare pubblicità ingannevole!
Abbassare di troppo il prezzo di un prodotto o servizio, con l’intento finale di condizionare il pubblico e ledere la concorrenza, è uno dei comportamenti più scorretti (e purtroppo più frequenti) che si possano trovare.
Questo rappresenta un grandissimo problema per due motivi distinti e separati:
- la scarsa qualità del prodotto o servizio pubblicizzato
- il condizionamento negativo sull’ambito.
Per il primo motivo, immaginiamo ci sia ben poco da spiegare: se abbassi troppo i prezzi, sei costretto ad effettuare moltissimi lavori in pochissimo tempo, diminuendo così la qualità in maniera drastica.
Il secondo motivo, invece, è molto più subdolo: affidandosi ad un’azienda che fa solo quantità, senza dare peso alla qualità del proprio lavoro, rischia di fare grandi danni anche al cliente finale. Quest’ultimo viene quindi portato a pensare che, in tutto il settore di riferimento, i professionisti e le aziende lavorano in questo modo, andando così a screditare un intero settore.
Purtroppo, questo fenomeno è accaduto molto spesso e in molti settori, anche diametralmente opposti. Per esempio, basta pensare alle aziende edili da quando è stato promosso l’ecobonus (con tutti i casi di aziende aperte dall’oggi al domani per acquisire i soldi del bonus e poi sparire) oppure con il nostro settore, ovvero quello delle web agency.
Per colpa di qualcuno, un intero settore viene categorizzato negativamente, costringendo i professionisti al loro interno a subire un pregiudizio molto forte.
Pubblicità occulta? No grazie.
Anche questa tipologia di pubblicità rientra nelle ingannevoli. Nascondere il proprio prodotto oppure fare in modo che il proprio annuncio non venga visto come pubblicitario ma come, ad esempio, annuncio di lavoro.
Questa tendenza a nascondere i propri messaggi promozionali fa sì che le menti del pubblico vengano condizionate a loro insaputa, andando così a creare un vero e proprio condizionamento dell’utente, il quale si trova suo malgrado a non avere una vera e propria scelta.
Un caso altamente recente, ad esempio, è stato Instagram. Prima di qualche anno fa, le pubblicità non dovevano essere dichiarate e segnalate, perciò molte volte il messaggio pubblicitario veniva occultato. Questo faceva sì che il pubblico che seguiva la persona (solitamente un’influencer) non aveva idea del fatto che quello fosse un contenuto sponsorizzato.
Ad oggi questo comportamento è stato corretto, in quanto è necessario specificare e sottolineare la partnership tra influencer e produttore.
Questo fenomeno sta andando piano piano ad affievolirsi, in quanto le policy delle principali piattaforme (ed i comportamenti delle grandi aziende) stanno cambiando, dando origine ad un comportamento più trasparente e meno coercitivo.
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